Guerre di religione? è la libertà a essere perseguitata

SE HANNO PERSEGUITATO ME… (Gv 15,20)

Il seguace di Gesù non si meraviglia quando giunge la persecuzione, ma deve invece preoccuparsi quando questa è assente: “Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi” (Lc 6,26). E per il credente, se è fedele al Signore e al suo messaggio, la persecuzione, nelle sue varie forme, aperta o mascherata, larvata o evidente, è sempre presente: “Tutti quelli che vogliono rettamente vivere in Cristo Gesù saranno perseguitati” (2 Tm 3,12).

Il mondo corteggia e premia quanti non lo disturbano, ma scatena tutta la sua ferocia verso quanti con la loro esistenza sono una palese denuncia dell’ingiustizia del sistema: “Ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita non è come quella degli altri” (Sap 2, 14-15). Soprattutto il potere, specialmente quello religioso, non tollera l’esistenza di persone libere, che sfuggono al suo dominio e non possono essere controllate. L’adesione a Gesù e al progetto del Padre sull’umanità rende le persone pienamente libere: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,32). La libertà è la condizione per la presenza dello Spirito, e lo Spirito rende l’uomo sempre più libero: “Cristo ci ha liberati per la libertà!” (Gal 5,1) e “Dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà” (2 Cor 3,17).

Gesù emancipando l’uomo dalla religione, da leggi e prescrizioni che regolavano il rapporto con la divinità, da tutto quel che il credente era obbligato a fare per compiacere il suo dio, ha favorito lo sviluppo e la crescita dell’individuo. La maturazione, infatti,avviene solo nell’affermazione crescente della propria libertà di pensiero e autonomia di movimento senza dover stare assoggettati a restrizioni religiose. Per questo Gesù ha svincolato i suoi seguaci dalle norme tipiche della religione, quali osservanze alimentari, con proibizioni e divieti (“Non prendere, non gustare, non toccare”, Col 2,21), non ha imposto né periodi né giorni da consacrare al culto divino, non chiede sacrifici e non ammette che ci siano persone considerate inferiori, riconoscendo alle donne la stessa dignità degli uomini (Gal 3,28). Il Cristo non lega isuoi seguaci a leggi divine ma comunica loro lo Spirito, lo stesso amore del Padre, un Dio che non assorbe le energie degli uomini, ma gli comunica le sue.

Questa libertà è intollerabile per la religione, che per esistere deve dominare le persone, renderle sottomesse e infantili, sempre bisognose di un’autorità superiore che dica loro cosa e come fare. Gli schiavi da sempre hanno detestato i loro padroni, ma ancora più grande è la rabbia di chi si è reso schiavo volontariamente nei confronti delle persone libere e indipendenti, come Marta, che vive relegata in cucina,secondo quel che comanda la tradizione, e non tollera la libertà che si prende la sorella Maria, che, come un maschiosi intrattiene con il Maestro (Lc 10,38-42). È questa la collera dei “falsi fratelli intrusi, i quali si erano infiltrati a spiare la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi” (Gal 2,4).

Quanti seguono Gesù, “Luce del mondo”, non camminano nelle tenebre, ma avranno la luce della vita (Gv 8,12), mentre quanti vivono nelle tenebre detestano la luce (Gv 3,20). Gesù non invita ad alcuna crociata contro le tenebre, ma chiede alla luce di splendere sempre più, perché “la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,5).

Chi non vuole essere perseguitato deve rinunciare alla pienezza della libertà, e rassegnarsi avivere regolato dalle leggi e non piùanimato dallo Spirito. Ma nella persecuzione c’è una grande certezza: Dio starà sempre dalla parte dei perseguitati (Mt 5,10-11) e mai da quella di chi perseguita, anche se pretende farlo in nome suo (“Viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà si rendere culto a Dio”, Gv 16,2), per questo Gesù rassicura: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima” (Mt 10,28).

fonte: CENTRO STUDI BIBLICI “G. VANNUCCI”

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