Lettera-testimonianza su Don Giovanni

Don Giovanni lo ricordo come fosse ora. Il prete buono, lo sguardo dolce, l’andatura che rifletteva la sua calma interiore. Non l’ho visto mai arrabbiato con noi ragazzini del Toniolo. Non l’ho mai sentito alzare la voce irritato dal comportamento di qualche compagno. Se qualcuno faceva qualcosa di sbagliato, lui lo guardava e gli occhi parlavano per lui, esprimevano non la rabbia, ma la delusione…e anche la speranza che quell’errore non sarebbe stato ripetuto. Nella mia vita, non ho mai incontrato una persona così. Quando all’istituto Magistrale studiai la pedagogia di Don Bosco, subito pensai che io Don Bosco lo avevo conosciuto di persona, anche se si chiamava Don Giovanni.

Gli volevo bene.

Purtroppo le nostre vite presero strade diverse. Lui fu trasferito a Recanati ed io continuai gli studi divenendo prima maestra, come avevo sempre sognato, e poi preside. Ebbi poche occasioni di rivederlo, ma il sorriso che mi rivolgeva era sempre lo stesso. Penso che gli anni dell’adolescenza trascorsi con lui abbiano influenzato fortemente il mio modo di relazionarmi agli alunni, senza imposizioni, ma con la dolcezza, ottenevo il massimo da ciascuno di loro. E oggi che sono in pensione e faccio la pedagogista volontaria nelle scuole, il mio modo di rivolgermi ad adolescenti in crisi è sempre lo stesso. E riesco a farmi ascoltare.

Grazie, Don Giovanni non ti dimenticherò.

Annunziata Brandoni

Indietro
Indietro

Niente si raggiunge senza fatica…

Avanti
Avanti

Don Giovanni Simonetti, esempio di fede e sacrificio